Il 14 febbraio, in quasi tutto il mondo, si festeggia San Valentino, la festa per antonomasia di tutti gli innamorati.
Seppur con qualche limitazione, anche quest’anno la tradizione non può essere fermata.
Ma siete proprio sicuri che San Valentino sia solo una festa commerciale?
Ecco 5 curiosità che – forse – non conoscete su San Valentino.
1. Una radicata tradizione pagana
Pare che la festa moderna di San Valentino tragga le suo origini dall’antica tradizione romana dei Lupercali.
Dal 13 al 15 febbraio, infatti, in tutta Roma si compivano riti propiziatori per la fertilità in onore del dio Fauno, nell’accezione di Luperco, protettore delle greggi e del bestiame dall’attacco dei lupi.
Il clou della festa si raggiungeva quando, sacrificata una capra al dio, si producevano delle lunghe e spesse stringhe con la pelle ottenuta. Queste strisce venivano utilizzate come e vere e proprie fruste da un gruppo di giovani devoti che, pare quasi totalmente in déshabillé, si riversavano per le strade frustando il terreno e le matrone romane. Esse però si prestavano ben volentieri ai colpi, perchè con questo rito si donavano fertilità e parti sicuri.
2. L’origine cristiana della festa di San Valentino
Il palese contrasto con la morale cristiana dei Lupercali, portò Papa Gelasio I nel 496 a sostituire le celebrazioni pagane (all’epoca ancora in uso e fortemente radicate) con la festa di San Valentino.
É proprio da allora che il vescovo cristiano Valentino ,nato a Terni (di cui oggi è il patrono) e morto martire nel III secolo d.C., è considerato il protettore di tutti gli innamorati.
E a ben donde. Le leggende che lo legano all’amore, infatti, sono numerose.
Una di queste vuole che durante la prigionia a cui fu sottoposto per volere dell’imperatore Claudio II (che voleva convertirlo al paganesimo) il Santo si innamorò della figlia cieca del custode della galera. Guarita dalla cecità proprio grazie alle preghiere di lui, Valentino le dedicò il suo ultimo messaggio, con una nota d’amore firmata appunto “dal vostro Valentino“.
Qualcuno sostiene invece che fu il primo a celebrare l’unione tra un legionario pagano e una giovane cristiana e che riuscisse a pacificare una coppia litigiosa porgendo loro un’unica rosa.
3. Il numero di rose perfetto
A proposito di rose, specialmente quelle rosse sono il classico pegno d’amore nel giorno di San Valentino, ma, come ogni appassionato di fiori sa, le logiche numeriche in questo campo non possono essere trascurate.
Ricordatevi bene: una rosa significa colpo di fulmine, tre rose suggellano il primo “ti amo”, con sette rose si ufficializza un fidanzamento, dodici rose indicano la volontà di rimanere insieme per sempre e con quindici rose ci si fa perdonare dei torti commessi (piccoli, mi raccomando).
E cento rose? Bhe, quella è la devozione totale.
4. L’importanza del cioccolato
Alcuni medici, nel 1800, sostenevano che il cioccolato curasse il mal d’amore e lo prescrivevano per i problemi di cuore.
Oggi sappiamo che il cioccolato fondente è un potente antidepressivo naturale, in grado di produrre endorfine, serotonina e feniletilamina, la stessa sostanza chimica che produciamo quando siamo innamorati. In più protegge anche il cuore, riducendo le malattie cardiovascolari.
Insomma, regalare un cioccolatino per San Valentino è la perfetta sintesi dell’amore.
5. La numerologia dell’8
Infine, anche la numerologia ci viene in aiuto per suggellare definitivamente il 14 febbraio come la data propizia per l’amore.
La festa è ufficialmente istituita il 14.02.469, la cui somma di tutti i numeri produce un tondo 8, il numero che per antonomasia simboleggia l’infinito, quasi a dirci che l’amore vero non ha mai fine.
Una coincidenza? Forse.
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