Se devi sottoporti a una visita oculistica, non importa che sia per un controllo di routine o per l’acquisto di un paio di occhiali correttivi, molto probabilmente sentirai parlare di diottrie! Un termine noto, che quasi tutti mettono in relazione con la salute della vista, ma che in pochi sanno definire con precisione.
Se vuoi toglierti ogni dubbio in merito, ti consigliamo di continuare a leggere questo articolo!
Cosa sono le diottrie?
Per definire una diottria, è utile ricordare che la nostra vista dipende da un sistema molto complesso di lenti convergenti (cornea, umor acqueo, cristallino e corpo vitreo) capaci di convogliare i raggi luminosi sulla retina, e rendere così possibile la visione.
Quando però questo sistema non funziona correttamente, e la luce non arriva con la giusta angolazione, si sperimentano problemi di messa a fuoco che, a seconda delle cause, possono portare a diagnosi diverse, come per esempio la miopia, l’ipermetropia o l’astigmatismo.
L’unità di misura con cui si esprime il potere refrattivo di una lente, e cioè la sua capacità di riflettere con una certa angolazione il fascio di luce è, appunto, la diottria.
Va da sè che questa grandezza può essere usata sia per definire le lenti presenti all’interno dell’occhio, sia per quelle degli occhiali da vista.
Valori positivi e valori negativi
In particolare, all’interno di una prescrizione, le diottrie esprimono la potenza che devono avere le lenti per correggere il problema per cui si stanno acquistando gli occhiali, e possono essere valori positivi (+) o negativi (-). Una diottria connotata dal segno + indica ipermetropia, ovvero difficoltà nella messa a fuoco da vicino, al contrario, quando questo valore è preceduto dal segno -, la diagnosi più probabile è miopia.
Una curiosità storica
Concludiamo con una curiosità! Da un punto di vista storico, il primo a parlare di diottrie fu il medico francese Ferdinand Monoyer nel 1872. Solo nel 1875 questa unità di misura venne accettata dal Congresso medico di oftalmologia, diventando una grandezza riconosciuta da tutta la comunità scientifica.
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